Le regole dell’amore: il coraggio di insegnare a crescere
Poiché i nostri figli non sono i nostri figli
Sono i figli e le figlie della fame che in se stessa ha la vita
Essi non vengono da voi ma attraverso di voi.
E non vi appartengono benché viviate insieme
Potete amarli, ma non costringerli ai vostri pensieri,
poiché essi hanno i loro pensieri,
potete custodire i loro corpi, ma non le loro anime
poiché abitano in case future che nemmeno in sogno potete visitare,
cercherete d’imitarli, ma non potete farli simile a voi
poiché la vita procede e non s’attarda su ieri.
Voi siete gli archi da cui i figli , le vostre frecce vive, sono scoccati lontano.
L’arciere vede il bersaglio sul sentiero infinito e con la forza vi tende
Affinché le sue frecce vadano rapide e lontano
In gioia siete tesi nelle mani dell’arciere, poiché come ama il volo la freccia
Così l’arco deve amare l’immobilità”
Kahil Gibran
Riflettendo durante la settimana sulla scorsa giornata mi accorta che in alcuni punti non ho completamente concluso o esposto forse in modo esauriente , fino alla fine quello che era l’argomento e che per certi versi introduce anche l’argomento di oggi.
Del resto credo che sia stato molto bello avere la possibilità di discutere liberamente in fondo di quello che possono essere le nostre paure , come madri e nello stesso tempo sentire quello che sono le paure o le motivazioni che talvolta blocca la relazione tra famiglia e scuola o comunque le persone incaricate di aiutarci a crescere i nostri figli facendone i futuri adulti.
Infatti spesso dimentichiamo che in fondo li cresciamo per questo.
A questo proposito racconterò un fatto che ho già raccontato ma che mi piace tantissimo ripetere:
John Perkins antropologo venuto a contatto per lungo tempo con tribù della foresta amazzonica , tribù che hanno un’antichissima cultura sciamanica, dopo lunghe interviste con i capi più rappresentativi, fu invitato da questi a ritornare nel mondo occidentale e di portare il messaggio importante che il nostro mondo doveva assolutamente e al più presto cambiare.
Perkins domandò loro come poteva il nostro mondo cambiare quando alcuni valori si erano così allontanati e persi. Loro risposero : “ E’ molto semplice cambiate i sogni dei vostri bambini”
Diciamocelo chiaro è con una sensazione di sollievo che vi apprestate ad ascoltare , già il titolo vi fa sentire legittimati nel vostro essere genitori.
Ma in effetti siamo consapevoli di una cosa fortemente , che quello che facciamo ogni giorno con i nostri figli è una sfida, una grande sfida e talvolta un paradosso :..
coltivare in loro la passione il coinvolgimento nel mondo in modo che possano guardarlo da uomini liberi e nello stesso tempo insegnare ad adattarsi alle regole che sono del mondo e nel mondo.
Essere in grado di dire “no” non significa dire no sempre e nemmeno che noi abbiamo sempre ragione eppure oggi cercheremo di riflettere sulla nostra capacità di dire alcuni non, sul fatto che la coerenza al mantenere alcuni no fa sì che si costituiscano delle regole di vita per il bambino e cercheremo di vedere perché è così importante che queste regole ci siano perché il nostro o i nostri bimbi crescano come adulti sani e autonomi.
Innanzitutto vediamo cosa succede se queste regole non ci sono o comunque non sono stabilite in modo coerente, nasce spesso quello che la Ukmar chiamava il bambino onnipotente.
I no sono un naturale corollario ai si che dobbiamo dire ; dire no significa poter cominciare a definire dei confini, significa comunicare ai nostri figli che siamo un essere distinto e quindi diventa più facile passare alla fase di distacco , per collegarci all’altra volta senza sentirci in colpa.
Non significa non dare la soddisfazione immediata di un bisogno per un bambino molto piccolo, già nella culla permette al bambino di assaporare le sensazione legate alla sua richiesta alla risposta.
Per esempio nella fase di svezzamento ci sono madri che per non sentire piangere il neonato, o nell’illusione di poter dormire più a lungo, non tolgono il seno nemmeno di notte. E invece di calmare il bambino questo fatto non fa che agitarlo perché? Dare sempre il seno anche quando non serve per nutrirsi o assecondare il neonato in tutte le sue richieste significa comunicargli che lui ha sempre ragione e che quindi non siamo in grado di guidarlo e di proteggerlo. Allora in questo caso ma anche in molti altri legati alla nostra incapacità di dire di no è importante capire e distinguere sempre di chi sono i bisogni, capire se certi disturbi o certe situazione perdurano per soddisfare i bisogni della madre , della famiglia, o del bambino veramente, in questo caso essere in grado di separare i bisogni è spesso sufficiente a guarire il rapporto.
Quando il coinvolgimento della madre nel rapporto con il figlio è anomalo, è importante il ruolo del marito, che aiuta la compagna sollevandola da qualche responsabilità regalandole qualche momento per sé , per rimanere se stessa a mantenere la propria individualità.
Il fatto di non riuscire a dire di no non può essere giudicato , va valutato, in base alla storia personale della madre o della famiglia, alla situazione attuale in cui la famiglia si trova,all’immagine di noi che abbiamo in relazione agli altri.
Tutto ciò che rispondiamo ai nostri figli in seguito alle loro azioni, è una comunicazione ed è importante esserne sempre consapevoli, anche se le nostre reazioni devono sempre essere viste ed ascoltate nella visione più ampia di ogni singolo individuo e di ogni singola storia.Importante è che qualsiasi atteggiamento o scelta di atteggiamento prendiamo con il bambino parta dall’ esserne convinte perché loro sentono prima di tutto ogni nostra incertezza e ogni paura legata all’incertezza.
I figli guardano a noi anche quando mal digeriscono i nostri no per dare un senso al mondo che li circonda . La coerenza nel dare delle regole e nel mantenerle è fondamentale perché permette al bimbo di avere un messaggio chiaro riguardo a ciò che può essere fatto e a ciò che non può essere fatto.Ma soprattutto avrà un messaggio chiaro di noi come guida ,e del suo essere in relazione con il mondo che lo circonda.
Essere chiari e coerenti lo aiuta nel confermare la sua immagine che si sta formando come essere in relazione con gli altri in modo positivo e libero. Quando non riusciamo ad essere coerenti molto probabilmente stiamo portando in scena qualche nostro fantasma del passato o qualche problema che nel passato non abbiamo risolto e che dal passato continua a ritornare. Capire che non è un problema di nostro figlio ma nostro equivale ad essere di nuovo in grado di stabilire e mantenere delle regole.
Le punizioni, discorso circolare…..stabilita una regola bisogna stabilirne anche la ritorsione che il non rispetto della regola ci porta.La punizione a volte può essere eccessiva, allora non c’è nulla di male a sbagliare e a chiedere scusa. Anzi è un grande esempio di umanità chiedere scusa e rende al bambino un immagine di qualcuno che non si ferma e non sbiadisce di fronte ad un errore ma si ferma a pensare e ad imparare dai propri errori.
Un bambino che domina un adulto non è mai un bambino felice, diventa si onnipotente ma un bambino insicuro , perché se gli viene così facile essere lui a decidere tutto, come potrà essere difeso quando ce ne sarà il bisogno?
I limiti potranno anche farlo farlo infuriare, ma sono cancelli che lo fanno sentire al sicuro e protetto con qualcuno che si occupi di lui.
Un altro motivo per stabilire regole è quello che le regole aiutano a crescere forti e ad imparare ad usare le proprie risorse in quanto sopportare le frustrazioni ci aiuta ad imparare molte cose su di noi.
Rispondi