Pubblicato da: Elena Moglio | gennaio 30, 2014

CHI SONO IO IN RELAZIONE AL MONDO ?

 

Noi viviamo in funzione della relazione con l’altro, nella relazione ci modelliamo, ci plasmiamo, otteniamo informazioni su di noi vitali per adattarci all’ambiente che ci circonda.

Ma è da questa relazione che spesso nasce la sofferenza e il dolore.

La paura principale con la quale veniamo a confrontarci è quella di essere giudicati inadeguati, incapaci e quindi rifiutati perché non in grado di affrontare la vita, i sentimenti le relazioni in modo equilibrato e armonioso.

Noi siamo programmati per stare con l’altro e gran parte della nostra identità si struttura nella capacità di comunicare con i propri simili che sono  nel gruppo e nei gruppi ai quali via via nella nostra vita , e spesso nostro malgrado , apparteniamo .

Anche chi si isola dal mondo sta comunicando qualcosa al mondo..

Quindi la comunicazione , tesa a ricevere e a dare stimoli , sensazioni , emozioni è lo strumento più importante per sentirsi parte di un gruppo e soprattutto per dare e ricevere accettazione e amore.

Quando non riesco ad ottenerlo nasce la sofferenza, il disagio, la paura, il senso di abbandono.

Il gruppo che sia la famiglia, i colleghi di lavoro, i compagni della palestra, i compagni di scuola, la compagnia degli amici,  il partito politico serve per sentirci più forti, per identificarci in alcune caratteristiche, per sentirci protetti da ciò che sentiamo diverso da noi .

Nasciamo e facciamo già parte di un gruppo la cui esistenza è vitale per il neonato : la famiglia , che sia biologica o adottiva.

E pensiamo a come l’amore sia il motore che giustifica ogni azione vitale del Gruppo verso il neonato  : nutrirlo, dargli un’identità, soddisfare i bisogni emotivi, farlo crescere come individuo libero in relazione agli altri.

Poi la nostra esperienza nella vita si espande nell’interazione con altri gruppi per allargare le nostra conoscenza , esplorando nuovi universi emotivi ,arricchendosi di nuove sensazioni  con la curiosità di sperimentare ed assimilare nuove caratteristiche di identità.

Ecco che il gruppo diventa un  campo di prova , in grado di restituirci come uno specchio tratti di nostra identità  in evoluzione.

Ogni gruppo è quindi potenzialmente in grado di farci crescere ed espandere , a seconda degli obiettivi che si prefigge e della nostra disponibilità ad apprendere e a sviluppare il nostro stile di personalità.

In una parola sperimentando il gruppo e i gruppi sviluppiamo la nostra identità.

Ne consegue che sempre nel gruppo , perdonatemi la ridondanza, sentendoci al sicuro possiamo anche lavorare ed allenarci a trasformare quei lati di noi che desideriamo modificare.

 

 

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